Napoli, 8 ottobre 2013 – Rieccolo che tuona, come ha sempre fatto, contro la latitanza (politica e amministrativa) dell’attuale gestione comunale. Con parole che potrebbero avere il sapore dello sfottò, se non fossero indirizzate a chi ha nelle proprie mani il destino di Napoli e dei napoletani. Roberto Saviano le sue parole le pronuncia prima di entrare in un’aula di tribunale, al processo sulle minacce subite dai boss Casalesi. “Basta con la tomba del consiglio comunale – dice l’autore di Gomorra – basta con le beghe di palazzo. Pensiamo al futuro di Napoli, parliamo di temi veri”. Una disamina amara, ma che non sorprende, quella dello scrittore. “La città e la Campania – aggiunge – sono scomparse dal discorso pubblico, a meno che non ci siano fatti clamorosi di cronaca nera a imporle. Perciò la politica e le istituzioni, da qui, devono porre i temi importanti. E devono occuparsi di una selezione rigorosa di classe dirigente. Devono farlo in fretta, prima che la prossima campagna per le politiche faccia di questo territorio il regno di un mercato di voti sempre più dilagante, sempre più misero e trasversale, dove il consenso può costare solo 25 euro a scheda”. In questa occasione, rispetto al passato, Saviano non fa nomi, non punta il dito. E ce ne sarebbe ben donde, oggi che la cronaca consegna un assessore, la Tommasielli, dimissionario perché indagato per aver fatto cancellare multe ai parenti. E un vicesindaco, Sodano, indagato per una consulenza sospetta e condannato a un anno per aver picchiato una vigilessa. Non nomina nessuno dei due, né fa riferimento ai casi giudiziari che li coinvolgono. Si limita a un “basta con le beghe di un consiglio che appare chiuso, ripiegato”. “Mi piacerebbe – è l’appello – che le forze sane fossero tutte concentrate su come scrivere il futuro della città”.
(giupor)
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